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Notte a Dobbiaco




Era una bellissima notte, l’aria fresca e asciutta scendeva dai monti come una grande coperta pronta ad avvolgerti senza farti sentire freddo; le stelle brillavano in mezzo a qualche fine velatura grigio perlacea; per strada non c’era nessuno. Passavamo in auto nelle vie deserte, incrociando solo di rado qualche altra macchina guidata, come la nostra, da altri turisti. Nelle case, alcune finestre erano illuminate, con luci tenui, ma sembravano vuote, come un immenso luna park disabitato.
Ripensavo a qualche ora prima, mentre avevamo fatto un giro in centro, per attendere che la fatica della lunga escursione montana della giornata avesse ancor più la meglio sul nostro appetito. La pulizia e l’ordine dell’ambiente circostante faceva da specchio al carattere nordico del paesaggio. La piazza centrale, con la fontana ed il monumento a Mahler, non è che una perfetta circonferenza posta in mezzo al paese, contornata da costruzioni di chiaro stile austro-ungarico. Compresa la chiesa, con la sua facciata liscia dipinta di bianco e di un verde chiaro come quello di un prato appena spuntato in primavera. I supermercati, di marche presenti anche da noi, si sono adattati all’austerità del luogo, modificando in parte il loro logo. Perfino la rastrelliera per le biciclette all’angolo tra la sua facciata ed un vecchio hotel, pur nella sua modernità di arredo urbano, sembra uscita dal secolo scorso. I negozi chiusi già prima dell’ora di cena, alle sette. Al ristorante, se si arriva dopo le venti, si rischia di non essere più accettati. Qui tutti vanno a mangiare presto, prima che il sole sia calato del tutto oltre il profilo acuto dei monti circostanti. Anche un piccola mandria di vitelli che attraversa la strada in pieno paese, dimostra la natura tuttora agreste del luogo e si sposa con le impronte lasciate dai cavalli sui percorsi pedonali.
Perché nessuno esce stasera? Si può capire che questa sia un’abitudine necessaria, quando la stagione è gelida, o innevata come per gran parte dell’anno, ma una sera di fine estate così dolce e invitante sembra fatta apposta per una passeggiata e non soltanto così esclusiva da accogliere solo noi, personaggi insoliti e stranieri per questi luoghi.
Forse questa atmosfera non è poi così diversa da quella di certe nostre sere toscane, in cui cediamo il passo alla stanchezza delle occupazioni quotidiane e non siamo altrettanto pronti a sentire il richiamo di un’atmosfera così rilassante.   

Dobbiaco, 24 settembre 2011

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